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MENOPAUSA

Anche se a volte è difficile da affrontare, la menopausa non è una malattia, ma un periodo fisiologico della vita di ogni donna; un periodo complesso, certamente, in cui la stagione riproduttiva - ma solo quella - arriva al capolinea. La menopausa coincide infatti con la fine delle mestruazioni e spesso porta con sé una serie di cambiamenti che coinvolgono non solo la sfera fisica, ma anche quella psichica, sociale ed affettiva.

Tutti questi avvenimenti, che precedono ed accompagnano la menopausa, vengono spesso raggruppati sotto il termine "climaterio".

La menopausa, infatti, non insorge bruscamente, ma si presenta in maniera graduale lungo un arco di tempo piuttosto lungo e mediamente compreso tra i cinque ed i dieci anni.

Durante il climaterio i cicli possono interrompersi per diversi mesi e poi tornare, così come frequenti sono le variazioni della durata e dell'intensità del flusso. Tutto questo corteo di alterazioni, più o meno appariscenti, obbliga la donna a rendersi conto che qualcosa nel suo corpo sta cambiando; è quindi naturale che essa vada alla ricerca di informazioni che la confortino e la aiutino ad affrontare nel migliore dei modi questo particolare periodo.

Significato Sociale

Negli ultimi decenni, il rapporto delle donne e della società con la menopausa è cambiato radicalmente, passando da un iniziale e deprimente disinteresse ad un'eccessiva strumentalizzazione a fini mediatici e commerciali. La crescente ondata di sensibilità nei confronti della menopausa e dei suoi problemi è infatti, almeno in parte, frutto del cosiddetto "business menopausale" fatto di farmaci, riviste, supplementi dietetici, istituti di bellezza e via dicendo.

Purtroppo, per certi aspetti, tutta questa affannosa strumentalizzazione dell'argomento finisce con il travolgere molte donne. La semplice rassegnazione, comune nei tempi passati, ha ormai lasciato il posto ad una sindrome ansiosa che mette a dura prova l'emotività femminile.

Sappiamo che la menopausa non è una malattia, abbiamo a disposizione diverse strategie per affrontare con successo eventuali problemi, ma la temiamo e vorremmo che quel giorno non arrivasse mai. E' questo, a grandi linee, l'attuale rapporto delle donne con la menopausa.

Sintomi della menopausa

Per poter parlare di vera e propria menopausa è necessario attendere almeno un anno dall'ultima mestruazione. Questo periodo, che normalmente si colloca a cavallo tra la fine dei quarant'anni e l'inizio dei cinquanta, è spesso costellato da sintomi e lievi disturbi psicofisici.

Sebbene l'età media in cui una donna entra in menopausa sia di 51 anni (con un intervallo che varia dai 45 ai 55), i primi sintomi possono cominciare molti anni prima ed esacerbarsi nel tempo. I segnali dell'incombente menopausa sono generalmente più severi quando l'evento si instaura precocemente, sia per cause naturali che iatrogene. Ad ogni modo, ogni volta che si discute di menopausa e dei suoi sintomi la parola d'ordine è soggettività. Alcune donne, infatti, entrano in menopausa senza quasi accorgersi dei piccoli mutamenti che si verificano nel proprio corpo, mentre altre lamentano sintomi e disturbi più severi.

Irregolarità nel ciclo mestruale

Ansia

Disturbi del sonno

Vampate e sudorazioni notturne

Depressione

Secchezza vaginale

Secchezza di pelle e capelli

Affaticamento

Calo della libido

Dolori articolari e muscolari

Difficoltà di concentrazione

Deficit di memoria

Disturbi dell'apparato urinario

Rapporti sessuali dolorosi

Irritabilità

Mal di testa

Palpitazioni 

Il calo e la fluttuazione dei livelli degli estrogeni sono responsabili di tutte queste modificazioni fisiche e psichiche definite nel complesso "sintomi della menopausa".

I segni più precoci includono vampate di calore, sudorazioni notturne, cefalea, palpitazioni, ansietà, irritabilità, insonnia e le inevitabili alterazioni mestruali. Più tardive sono le ripercussioni estetiche, come l'aumento del peso corporeo e della secchezza di capelli e cute, che diventa più sottile, solcata da rughe e talvolta pruriginosa. Tra i sintomi ad insorgenza intermedia ricordiamo l'aumento del pH vaginale (che in età fertile si aggira attorno ai 3.5-4.5, mentre con la menopausa sale fino a 7.0-7.3), atrofia vulvare, artralgie e disturbi urinari come l'incontinenza. Manifestazioni ancor più tardive, sempre legate all'esaurimento ormonale, comprendono la ben nota osteoporosi e l'aumento della pressione arteriosa e del rischio cardiovascolare. A tal proposito è bene ricordare che tutti questi effetti negativi legati alla carenza di estrogeni compaiono a lungo termine e che il climaterio, di per sé, non produce sintomi pericolosi per la salute della donna. Per contro, le possibilità di soffrire di malattie come osteoporosi, ictus, demenza senile ed infarto cardiaco, sono maggiori nelle donne che hanno avuto una menopausa precoce.

 

Incontinenza urinaria. I mutamenti ormonali tipici della menopausa comportano, tra l'altro, alcune sfavorevoli modificazioni a carico della vescica, dell'uretra e di tutte le strutture coinvolte nell'eliminazione dell'urina. Il risultato, in alcuni casi, è uno spiacevolissimo disturbo, chiamato incontinenza urinaria (perdita di urina sotto sforzo, ad esempio durante uno starnuto, una forte risata od un piccolo ritardo nello svuotare la vescica).

Ansia, depressione e irritabilità. Le ripercussioni psicologiche della menopausa non possono essere spiegate soltanto sulla base di elementi organici. Troppo semplice limitarsi a dare la colpa, come fatto in precedenza, al nuovo assetto ormonale; se così fosse basterebbe una pillola per migliorare notevolmente l'umore della donna, che risulta in realtà influenzato da innumerevoli variabili legate al suo vissuto e alla qualità di vita negli anni del climaterio. Abbandonando per un attimo i toni accademici usati nel trattare i sintomi della menopausa (che sembrano quasi descriverla come una malattia), ricordiamo - nel caso fosse necessario - che la menopausa è un evento assolutamente fisiologico. L'invecchiamento, che ci piaccia o no, è un processo fisiologico ineluttabile, ma ciò non significa che vada vissuto con rassegnazione. Piuttosto, è necessaria una maggiore consapevolezza ed una rinnovata attenzione verso un corpo che cambia e diventa più esigente delle nostre attenzioni. La cute tende a divenire più secca e meno elastica ed occorre pertanto prendersene cura con maggiore attenzione, per esempio e soprattutto quando ci si espone al sole. Il tessuto adiposo aumenta, ma soprattutto si concentra in zone differenti come l'area addominale. Le ossa tendono ad indebolirsi e le articolazioni diventano meno elastiche. Da qui l'esigenza di un maggior controllo dietetico e di un'attività fisica più attenta e mirata. Tutti questi concetti diventano ancor più importanti se si considera l'inscindibile binomio tra mente e corpo, tra salute fisica e psichica. Se qualcosa ai piani alti non funziona correttamente tutto il corpo finisce per risentirne. Se il rapporto con l'incombente menopausa è segnato da paure e conflitti interiori, tutta quest'angoscia viene esteriorizzata con un aggravamento dei sintomi e dei disturbi tipicamente correlati a questo evento. Tutto ciò non sembra interessare gli elefanti, dove sono proprio gli esemplari non più fertili a guidare il gruppo, trasmettendo le proprie conoscenze agli animali più giovani e prendendosene cura.


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/salute/menopausa-sintomi.html

Terapie naturali

Accanto alla terapia classica della menopausa è utile pensare ad un ausilio fitoterapico in grado di alleviare i fastidiosissimi sintomi associati: in questo senso, molto importanti risultano la Cimicifuga (Cimicifuga Racemosa) e l'Agnocasto (Vitex agnus-castus).

Cimicifuga

La Cimicifuga, detta comunemente “erba delle donne”, è una pianta perenne erbacea coltivata in tutta Europa, appartenete alla famiglia delle Ranuncolacee; la droga è costituita dai rizomi e dalle radici essiccate o fresche, e contiene glicosidi triterpenici (acteina e cimifugoside) - importanti per le disfunzioni neurovegetative premestruali e dismenorroiche - acidi fenolici, alcaloidi chinolizidinici, flavonoidi e resine (cimicifugina).
Oggi, in commercio si trova la Cimicifuga sotto forma di estratto titolato e standardizzato al 2,5% in triterpeni (acteina).
La Cimicifuga non ha un meccanismo d'azione noto, anche se si suppone che la sua attività sia di tipo centrale, per intervento dell'acteina in particolare sui recettori dopaminergici ipotalamici.
La Cimicifuga è in grado di ridurre i livelli ematici di LH (ormone luteinizzante) ma non quelli di FSH (ormone follicolo stimolante) e prolattina; tende inoltre ad antagonizzare la perdita ossea minerale.
Molti studi clinici hanno confermato le capacità di questa pianta di ridurre la sintomatologia della menopausa:

  • 86,6% miglioramenti nelle vampate di calore;

  • 88,5% miglioramento della sudorazione eccessiva;

  • 91,9% miglioramento cefalea;

  • 86,5% miglioramento dell'irritabilità;

  • 82,5% miglioramento dei disturbi del sonno;

  • 90,4% miglioramento palpitazioni cardiache.

Se utilizzata in modo corretto, la Cimicifuga sembra essere una droga sicura, anche se può provocare lievi disturbi a livello gastrico. Inoltre, non vengono segnalate interazioni con altri medicinali.
La pianta contiene salicilati, quindi non dev'essere assolutamente assunta da soggetti con allergia all'acido acetilsalicilico.

 

Agnocasto e menopausa

L'altra pianta di interesse è l'Agnocasto: la droga è data dal frutto maturo della pianta, che si presenta come bacca nera contenente quattro semi.
La droga di Agnocasto contiene glicosidi iridoidi (aucubina, agnoside), flavonoidi (caticina, vitexina, isovitexina), terpeni (vitexilattone) ed alcaloidi (vaticina).
L'estratto di Agnocasto agisce direttamente a livello dell'ipofisi anteriore: con meccanismo dopaminergico (stimolo sui recettori D2 di ipotalamo ed ipofisi anteriore) è in grado di inibire la secrezione di prolattina, sia a livello basale che stimolata da TRH; inoltre, modifica i livelli ematici dell'ormone luteinizzante e dell'ormone follicolo stimolante andando a stimolarne la secrezione.
Anche in questo caso non è ancora chiaro quale sia la sostanza in grado di provocare l'effetto farmacologico, quindi si ritiene che i glicosidi iridoidi, i flavonoidi ed i diterpeni possano concorrere all'azione farmacologica.
L'Agnocasto è una droga sicura, che non ha interazioni con altri farmaci, sebbene siano state descritte reazioni allergiche comunque regredite con l'interruzione del trattamento; gli effetti collaterali sono lievi e reversibili e comprendono nausea, mal di testa, disturbi gastrointestinali e mestruali, acne, prurito ed eritema.
Particolare accortezza va posta in caso di utilizzo in concomitanza ad altre terapie ormonali, viste le proprietà endocrine appena descritte.
Alcuni saggi farmacologici sull'Agnocasto ne hanno confermato le azioni come antispasmodico e sedativo per i dolori intestinali ed addominali: la somministrazione dell'estratto ha fatto registrare effetti benefici in donne tra i 20 ed i 40 anni con ristabilimento dei livelli ematici di progesterone ed altri valori endocrini.

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/menopausa-approccio-naturale.html

Altri rimedi naturali utili in menopausa

Oltre a Cimicifuga ed Agnocasto, nella pratica fitoterapica abbiamo a disposizione anche altre piante dotate di sostanze correttive nei confronti dei disturbi più diffusi della menopausa.
Una classe di composti molto importanti in questo senso è quella degli isoflavoni (definiti impropriamente fitoestrogeni), che si trovano in molti legumi, particolarmente nella Soja (Soja hispida) e nel Trifoglio rosso (Trifolium pratense).
Nella Soja i principi attivi utili durante la menopausa sono localizzati nei semi, dove troviamo isoflavoni (genisteina 70-85%, daidzeina 10-30%, gliciteina), lipidi ricchi in acidi grassi insaturi (linoleico, linolenico ed oleico), protidi e saponine con effetto ipocolesterolemizzante.
Gli effetti principali della soja sono quelli di ridurre le vampate, i disturbi del sonno, l'irritabilità e la depressione; per la presenza di componenti ipocolesterolemizzanti riduce anche l'incidenza di manifestazioni vasomotorie ed i livelli di colesterolo totale; è priva di effetti collaterali, ma molto importante è la possibile azione preventiva nei confronti dei tumori al seno e all'utero.
Per quanto riguarda il Trifoglio rosso, di questa pianta si utilizzano le foglie ed i fiori, dove troviamo principalmente isoflavoni (biocanina A, che è il precursore della genisteina, formononetina, genisteina, daidzeina).
Gli isoflavoni del trifoglio sono presenti in concentrazioni maggiori rispetto a quelli della soja, ed è questo il motivo per cui la posologia dei prodotti a base di trifoglio è ridotta.
Le proprietà terapeutiche del trifoglio sono le stesse della soja e comprendono riduzione delle vampate e dell'irritabilità, e prevenzione della perdita ossea.
Uno dei fattori importanti durante la menopausa è la drastica riduzione dei livelli di progesterone in seguito ad un calo nella sua produzione: una pianta molto importante in questo senso è la Dioscorea (Dioscorea villosa).
La Dioscorea è ricca di diosgenina, una sapogenina molto simile dal punto di vista strutturale al progesterone; l'uso di questa pianta è in grado di normalizzare il rapporto estrogeni-progesterone; infatti, l'assunzione di dioscorea estratto secco titolato al 20% in diosgenina, alla dose di una compressa da 400mg al giorno, rappresenta il completamento ideale alla terapia ormonale sostitutiva naturale in menopausa.
L'utilizzo di estratti di dioscorea, attraverso diversi studi clinici, si è dimostrato utile nel favorire il mantenimento della densità ossea ma anche nel trattamento di vaginiti, endometriosi e fibromi uterini.


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/integratori/menopausa-approccio-naturale.html

Incontinenza urinaria

In generale le donne tendono ad essere più colpite rispetto agli uomini per intrinseche ragioni anatomiche e costitutive. Con le trasformazioni ormonali tipiche della menopausa, ad esempio, avvengono alcune sfavorevoli modificazioni a carico della vescica, dell'uretra e di tutte le strutture coinvolte nell'eliminazione dell'urina.

Occorre precisare, tuttavia, che il problema dell'incontinenza urinaria colpisce di frequente anche molte donne giovani. Si pensi, ad esempio, ai possibili traumi e alle alterazioni del supporto pelvico legate alla gravidanza e al parto.

Da qui, allora, l'importanza di conoscere i fattori di rischio: come l'obesità , l'eccessivo aumento di peso durante la gestazione, il fumo, la stipsi o l'ereditarietà; ugualmente la necessità per le future mamme di preparare adeguatamente (con semplici esercizi e trattamenti) il proprio perineo durante la gravidanza, affidandosi all'esperienza di professionisti qualificati come l'ostetrica.

Sarà così possibile incrementare la propriocettività del perineo, correggere gli squilibri della statica lombo-pelvica, tonificare l'attività dei muscoli dell'elevatore dell'ano e prevenire le possibili alterazioni della continenza urogenitale.

Verranno per questo utilizzate tecniche diverse. Quando si parla di riabilitazione ci si riferisce ad un approccio essenzialmente "conservativo" al problema. Approccio che spesso evita o integra eventuali interventi di tipo chirurgico o farmacologico.

La riabilitazione può fondarsi su diverse tecniche. Ad esempio la Chinesiterapia, basata su appositi esercizi capaci di ridare alla donna la coscienza della propria area perineale (spesso poco conosciuta e "sentita") e la capacità di controllarla e rinforzarla.

I cosiddetti esercizi di Kegel, tra l'altro - aumentando l'afflusso di sangue ai muscoli di questa regione - si sono dimostrati efficaci anche nell'aumentare le sensazioni di piacere della donna a livello genitale.

Ulteriori possibilità sono poi offerte dal Biofeedback (che, sfruttando un'apposita sonda vaginale, aiuta il soggetto a correggersi e a lavorare correttamente con il proprio perineo) e la stimolazione elettrica funzionale (una tecnica passiva, fondata sull'utilizzo di appositi elettrodi e relativi impulsi elettrici - assolutamente indolori - che a loro volta vanno a stimolare i muscoli del pavimento pelvico).

D'incontinenza urinaria non si muore ma certo la qualità della vita ne è profondamente condizionata. Molte donne tendono a "rimuovere" il problema, per poca informazione, per ragioni di pudore e imbarazzo o giudicandolo un inevitabile effetto collaterale dell'invecchiamento. L'incontinenza invece può e deve essere prevenuta, contrastata e curata.


Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/salute/incontinenza-urinaria.html

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