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CONTRACCEZIONE

Un po di storia...

 

Già nel mondo antico l’uomo e la donna si lasciarono attirare da passioni e sentimenti d’amore che non avevano come scopo la procreazione ma il gioco, il divertimento, il vivere sensazioni differenti e sempre più profonde. Nel caso in cui si voglia controllare la fertilità, per non avere gravidanze in seguito a rapporti sessuali, è molto importante l’uso di un valido metodo contraccettivo. La contraccezione è l’impedimento della fecondazione mediante l’inibizione dell’unione tra ovocita e spermatozoo, il blocco della liberazione dell’ovocita dall’ovaio, l’impedimento dell’annidamento dell’embrione nella parete uterina. La contraccezione è conosciuta fin dalla notte dei tempi, in passato venivano usati pessari vaginali a base di escrementi di coccodrillo in Egitto nel 1850 a.C., a Roma tappi vaginali di lana inzuppati di svariate sostanze (polpa di fico, miele ecc..). Le donne arabe utilizzavano pessari a base di sterco di elefante, mentre le cinesi usavano preparati antifecondativi e abortivi; nella cultura ebraica era usato un infuso di radici che si diceva rendesse sterili le donne. Nell' antichità erano anche diffusi spugne ed esercizi fisici per espellere lo sperma dopo il coito (Di Prospero). Per lo sviluppo della contraccezione un posto di rilievo spetta ai cammellieri transahariani, i quali usavano inserire dei sassi nella vagina delle cammelle per evitarne il concepimento durante le lunghe traversate nel deserto; d’altro canto queste antiche usanze vennero perfezionate anche dall’astuzia delle prostitute che usavano introdurre in vagina prima del rapporto spugne imbevute di aceto o succo di limone. Tutti i metodi usati nell’antichità erano di barriera o pseudo-farmacologico-spermicida, nessuno usava i metodi naturali poiché non era conosciuto il meccanismo della fertilità. In India, grazie al Tantra e al Kamasutra in cui venivano descritte tecniche di elevazione spirituale mediante l’atto sessuale, si conoscono pratiche in cui l’uomo prolungava a lungo l’atto sessuale senza giungere all’eiaculazione. In Giappone si ha conoscenza dell’uso di preservativi fatti di un sottile strato di tartaruga, di osso o di cuoio noti come Kyotai (sacchetto per il pene). Inoltre in alcune tribù si interveniva addirittura con mutilazioni dei genitali; nei ragazzi più deboli, meno combattivi o più malvagi, in età puberale veniva praticata un’incisione di lunghezza variabile tra il glande e lo scroto, in modo da creare un’ipospadia artificiale che veniva mantenuta beante mediante l’introduzione di piccoli frammenti di corteccia d’albero: ed è da questa stomia che veniva fuori il liquido seminale al momento dell’eiaculazione, in modo da evitare la fecondazione e quindi assicurare alla tribù solo la procreazione degli individui più validi e valorosi. Con l'avvento del cristianesimo, nei paesi occidentali si assiste al diffondersi di una dottrina rigidamente ostile ad ogni pratica contraccettiva, al punto da considerare "lecito", anche nell'ambito matrimoniale, solo quel rapporto teso alla procreazione. Questa concezione assolutamente restrittiva, che poneva ogni pratica contraccettiva al pari della fornicazione, resisterà fino alla fine del Medioevo. Ciò nonostante continueranno a diffondersi in Europa pratiche empiriche di ogni tipo ed è questa l'epoca in cui la ricerca scientifica si dedica al problema. Beard nel 1897 e Prenant nel 1898 osservarono come durante la gravidanza l'ovulazione fosse soppressa, ma bisognerà arrivare alla fine dell'Ottocento per veder nascere il Movimento per la Legalizzazione dell'Anticoncezione di Margaret Sanger, che si affermerà in Inghilterra e negli USA dopo il 1920. Inoltre, nello stesso periodo, il giapponese Ogino e, due anni più tardi, l'austriaco Knaus, capirono che solo un preciso periodo del ciclo della donna è fertile, e questa scoperta ha costituito la base per tutti i metodi naturali; più tardi si è giunti anche all'osservazione della temperatura corporea che offriva risultati più attendibili per la determinazione e la distinzione del periodo “non fertile” da quello fertile e poter quindi utilizzare i dati per la contraccezione e la procreazione. Per quanto riguarda le metodiche ormonali, dopo che Hermann e Stein dimostrarono nei ratti che estratti ovarici potevano inibire l'ovulazione, Haberlandt nel 1924 suggerì l'impiego degli ormoni ovarici per il controllo della fertilità. Ma dovettero passare ancora molti anni, caratterizzati da esperimenti sugli animali e da grandi progressi in ambito farmacologico, prima che Gregory Pincus, nel 1956, dimostrasse la possibilità di una contraccezione nella donna, basata sulla somministrazione orale di ormoni (quella che diventerà la moderna pillola anticoncezionale). Oggi, il metodo contraccettivo maggiormente diffuso è quello a base di steroidi sessuali femminili (Danesino e Polatti, 1996).

Per il controllo della fertilità si possono usare metodi temporanei, come la contraccezione, o metodi permanenti, come la sterilizzazione. La contraccezione, a sua volta, può essere farmacologica, meccanica o comportamentale. A tutt’oggi non esiste un metodo contraccettivo ideale, cioè un metodo efficace al 100%, totalmente innocuo, privo di effetti collaterali, con azione contraccettiva reversibile sempre ed immediatamente alla sua sospensione, facile da utilizzare e soprattutto accettabile (Pescetto et al., 2004).

CONTRACCEZIONE E ALLATTAMENTO

 

INTRODUZIONE

 

Questa indagine nasce dal desiderio di approfondire le conoscenze in merito al livello di informazione, agli atteggiamenti e ai comportamenti delle donne nei confronti della contraccezione e in particolar modo della contraccezione in puerperio. Si è cercato di orientare lo studio verso un campione di donne che allattano, per indagare lo stato di informazione e il grado di soddisfazione relativamente alla contraccezione e alla sessualità in puerperio. Aver chiaro com’è organizzato il panorama femminile rispetto alla contraccezione può avere una seconda utilità, oltre a quella epidemiologica, ovvero ottenere informazioni per la programmazione di interventi di educazione sessuale in puerperio che soddisfino le richieste della popolazione femminile riguardo a questo bisogno di salute.

L’allattamento al seno è l’alimento più normale e adatto ad un neonato e oltre a prevenire numerose patologie nel neonato protegge la madre altrettanto efficacemente. Per un buon avvio dell’allattamento, senza che si presentino difficoltà, e possa essere un momento indimenticabile nella vita di una donna, fondamentale è l’informazione e il sostegno da parte degli operatori della salute materno infantile, in special modo dell’ostetrica. Come l’OMS ci ricorda, l'allattamento esclusivo è consigliato fino a 6 mesi di età, continuando con adeguata alimentazione complementare di cibi solidi fino a due anni di età o oltre, se madre e figlio lo gradiscono, perciò il periodo dell’allattamento richiede un lasso di tempo che può essere anche considerevole. Una madre che allatta rimane una donna, coi suoi sentimenti, le sue paure e anche i suoi desideri. E l’universo più intimo della sensualità femminile è tutt’oggi sconosciuto e poco indagato. La tendenza comune è di ignorare questo aspetto della maternità che invece è strettamente legato all’essere donna. Un bambino nasce da un desiderio sensuale che si concretizza nell’atto sessuale e si continua con la gravidanza e successivamente con l’allattamento al seno. Soprattutto in questo senso, la ripresa dei rapporti sessuali con il partner contribuisce a far sentire la madre nella sua completezza femminile: madre nutrice e donna seducente. Aver chiaro com’è organizzato il panorama femminile rispetto alla contraccezione può avere una seconda utilità, oltre a quella epidemiologica, ovvero ottenere informazioni per la programmazione di interventi di educazione sessuale che soddisfino le richieste della popolazione femminile riguardo a questo bisogno di salute. L’interrogativo silenzioso di moltissime madri riguarda spesso la possibilità di usare un contraccettivo e il tipo adatto durante l’allattamento al seno. Molte mamme si chiedono se necessariamente devono scegliere se poter usufruire dell’uso di un contraccettivo per pianificare la loro famiglia o continuare l’allattamento. L’educazione e l’informazione in campo sessuale rientrano in un più ampio contesto che è quello della promozione della salute (WHO, 2001), intesa come un processo attraverso il quale le persone aumentano il controllo sulla propria salute allo scopo di migliorarla. Se intendiamo quindi la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza di malattia o di infermità" (OMS, 1948) non possiamo trascurare la dimensione della sessualità. Essendo la sessualità una componente naturale e vitale di ciascuno di noi, è importante viverla in modo sereno ed appagante, che dia piacere, che permetta uno scambio affettivo e che sia fondata sul rispetto reciproco. La scienza medica ha messo a disposizione metodi contraccettivi sicuri ed efficaci, che nella loro molteplicità offrono soluzioni diverse ed adattabili alle esigenze di un pubblico quanto mai differenziato (adolescenti, adulti, coppie stabili con o senza figli, rapporti occasionali, …) La sessualità, infatti, oltre ad essere funzionale alla sopravvivenza della specie umana è anche un modo particolare e intimo di entrare in relazione con un’altra persona. Attraverso la sessualità si esprime un bisogno affettivo vitale e ci sono momenti o fasi della vita in cui si desidera viverla appieno, per il suo valore di scambio tra persone e non per le sue implicazioni riproduttive, senza considerare il bisogno delle donne che allattano di distanziare le gravidanze anche per motivi di salute. Per questo occorre conoscere i metodi di contraccezione, in modo da poter scegliere liberamente se usarli e quali usare, nel rispetto delle proprie esigenze ed inclinazioni individuali. Nonostante i grandi progressi nel corso degli anni, ancora più di 120 milioni (WHO, 2007) di donne in tutto il mondo non desiderano una gravidanza, ma né loro né i partner utilizzano un metodo contraccettivo. Le ragioni di questo fenomeno sono molte: i servizi non sono ancora disponibili in tutto il mondo, la scelta limitata, il timore di disapprovazione sociale o religiosa o di opposizione del partner, la preoccupazione per gli effetti collaterali sulla salute e soprattutto la mancanza o la scarsità di conoscenze sulle diverse opzioni contraccettive. L’informazione gioca un ruolo fondamentale perché spesso la donna/coppia non conosce i sistemi di pianificazione familiare o molto facilmente non li utilizza nel modo corretto avendo come risultato il fallimento soprattutto in una fase così delicata come il puerperio. Uno dei principali doveri dell’ostetrica, è quello di promuovere la salute riproduttiva attraverso la costruzione di una relazione empatica con le persone che a lei si rivolgono: è infatti fondamentale garantire servizi sanitari appropriati per la tutela, la cura e il recupero della salute, così come è altrettanto importante che le persone che si rivolgono ai professionisti della salute abbiano gli strumenti di conoscenza utili per poter fare delle scelte consapevoli rispetto alla loro salute e ai servizi offerti.

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